Teatro

Prossimi appuntamenti al teatro Alighieri di Ravenna

Prossimi appuntamenti al teatro Alighieri di Ravenna

La stagione d’opera e danza 2011-12 del teatro Alighieri di Ravenna presenta 10 appuntamenti da dicembre ad aprile. Cinque i titoli d’opera, di cui uno fuori abbonamento, distribuiti in un calendario a cadenza mensile che si aprirà in dicembre (10, 11) con L’occasione fa il ladro di Rossini per concludersi ad aprile (20, 22) con Rinaldo di Haendel. A gennaio (28, 29) sarà la volta de La bohème di Puccini, febbraio (21, 22 e 23) vedrà in scena L’opera da tre soldi di Kurt Weill e a marzo (11), fuori abbonamento, Il piccolo spazzacamino di Britten.
La danza inizia a dicembre (17, 18) con Sukhishvili, uno spettacolo folkloristico che si cala perfettamente nell’atmosfera natalizia portato in scena dal Balletto Nazionale della Georgia. La stagione di danza (cinque appuntamenti) proseguirà a gennaio (14, 15) con uno titoli più amati del balletto classico come La Bayadère nel nuovo allestimento del Balletto del Teatro Nazionale di Bratislava, a febbraio (25, 26) con la danza esplosiva della Parsons Dance Company; due gli appuntamenti in programma a marzo: Solo Golberg improvisation della Compagnia Virgilio Sieni (il 4 fuori abbonamento) e Aterballetto (24 e 25) con due creazioni di Mauro Bigonzetti Le Sacre e Come un respiro.
Info: 0544 249244, https://www.teatroalighieri.org

Sabato 10 dicembre alle 20.30 (replica domenica 11 alle 15.30) va in scena L’occasione fa il ladro di Gioachino Rossini, nel celebre allestimento del grande regista e scenografo francese Jean-Pierre Ponnelle. Ispirandosi al sottotitolo dell’opera, “il cambio della valigia”, Ponnelle fa sgorgare tutto magicamente da una valigia: scene, attrezzeria, perfino i cantanti sotto la direzione del servo Martino. L’incanto delle scene dipinte, delle cantinelle a vista, dei cieli, dei tiri e della graticcia, dei movimenti in quinta, la magia delle luci, la delicatezza delle tinte pastello, lo splendore dei costumi, evocano una sorta di carillon fiabesco colmo d’ironia, eleganza, gusto per il gioco teatrale, un classico che non ci si stanca mai di rivedere e che rivive grazie all’iniziativa dell’Accademia della Scala che lo ha riallestito coi suoi giovani interpreti, tutti fra i venticinque e i trent’anni. Fra essi spiccano la venticinquenne sudafricana Pretty Yende nei panni della primadonna Berenice e Leonardo Cortellazzi, uno degli elementi più promettenti del vivaio scaligero. Altro nome emergente è quello del direttore Daniele Rustioni, nato nell’83 e già proiettato a grandi traguardi internazionali – prossimo il suo debutto al Covent Garden con Aida.

Il sipario della stagione di danza si alzerà sabato 17 dicembre alle 20,30 (replica domenica 18 alle 15,30) con uno spettacolo folkloristico che si cala perfettamente nell’atmosfera natalizia, Sukhishvili, portato in scena dal Balletto Nazionale della Georgia. La compagnia, fondata a Tbilisi nel 1945 da Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili, persegue l’intento di far conoscere le antiche danze popolari georgiane rinnovando e vivificando un repertorio antichissimo al quale ha guardato anche Marius Petipa. Lo spettacolo, su musiche tradizionali di autori anonimi del X e XII secolo eseguite dal vivo, propone tre diversi stili coreografici che rispecchiano la storia di questo popolo: le danze di palazzo, il folklore cittadino di Tbilisi, le danze degli artigiani e dei venditori ambulanti. La prima forma di danza, austera e guerresca, è quella degli uomini fieri, abili manipolatori di spade e pugnali; la seconda è quella delle dame dalle bellissime vesti, che scivolano sul palcoscenico con estrema eleganza e dolcezza; la terza, quella paesana, è animata da mattacchioni e acrobati. La danza popolare trova qui una delle sue massime espressioni e si eleva ai vertici della tecnica e del virtuosismo fusi in armoniosa eleganza. Nell’intenso programma presentato all’Alighieri segnaliamo una delle più popolari danze caucasiche, Lemuri; la danza di guerra Khorumi; la danza delle amazzoni, Samani; la danza eseguita con le spade, Khevsuruli; l’antica danza nuziale ancora in uso in Ossetia, Simdi e la particolarissima coreografia che vede gli uomini danzare sulle punte degli stivali con una tecnica assai raffinata, Shejibri. Particolare attenzione è dedicata alla realizzazione dei costumi, firmati dal migliore scenografo e costumista del periodo sovietico, il georgiano Simon Virsaladze - vincitore del  “Premio Lenin” e autore del décor dei più celebri balletti del Bolshoj - che è riuscito a riprodurre con filologica vivezza i tipici costumi delle molte regioni della Georgia.